“Si scorge sempre il cammino migliore da seguire, ma si sceglie di percorrere solo quello a cui si è abituati” Paulo Coelho
Quante volte ci capita nella nostra quotidianità di percorrere sempre la stessa strada per arrivare in un determinato luogo? Per andare dal punto A al punto B quante strade è possibile percorrere? Nonostante ci siano molto spesso diverse strade per raggiungere la stessa meta, tendiamo sempre a percorrere la medesima. Perché?
A volte percorriamo le strade un po’ senza pensarci troppo, quasi come se fosse un meccanismo automatico, ovviamente questo aspetto ci è molto utile. Sarebbe molto impegnativo per ogni spostamento dover ragionare su quale delle tante strade possibili sia la migliore, quindi quello che facciamo quasi sempre è farci guidare dalle nostre abitudini.
Seguire le nostre abitudini è comodo ma talvolta ci può portare anche a commettere errori. Infatti nonostante la strada sia sempre la stessa possono cambiare le circostanze intorno: forse è l’ora di punta, forse sta piovendo, forse non funziona un semaforo… così quella abituale cessa di essere la strada più comoda.
Ѐ molto frequente pensare alla strada come metafora della vita. La strada è un percorso, un modo, una strategia per raggiungere una meta, un risultato, un obiettivo. Il modo con cui decidiamo di affrontare qualcosa è spesso legato a quello che chiamiamo zona di confort. Siamo abituati a fare le cose in un certo modo e tendiamo a riproporre la stessa modalità perché probabilmente in passato abbiamo imparato che è le modalità che ha funzionato.
Questo però ci limita molto e non ci permette di fare esperienze di nuove modalità che potrebbero essere ancora più funzionali. E quando i contesti o noi cambiamo, ci troviamo a insistere con le medesime modalità anche se non funzionano più.
Prendiamo per esempio la modalità di studio. Ciascuno di noi è sempre stato abituato a studiare in un certo modo. Esistono tanti metodi di studio, leggere tante volte, fare degli schemi, ripetere ad alta voce… ma ogni persona finisce per prediligerne uno perché gli sembra il più adatto. Col tempo però la situazione si può modificare: magari cambia l’argomento studiato oppure cambia la nostra attenzione, o il tempo che abbiamo a disposizione, e ci troviamo bloccati senza riuscire più a studiare come prima.
Quello che ci troviamo a vivere è la difficoltà di cambiare una nostra abitudine. Le abitudini sono estremamente funzionali, ma a volte non ci permettono di adattarci ai cambiamenti. Percorrere strade diverse è qualcosa che a volte può spaventare, ogni strada può comportare difficoltà differenti e il cambiare strada ci porta inevitabilmente a dover essere più attenti a quello che stiamo facendo. Può essere molto più faticoso, ma generalmente è una fatica che ripaga, a differenza della fatica e della frustrazione provata nell’insistere con i medesimi percorsi che non ci fanno raggiungere il risultato sperato.
Questo avviene anche nel campo delle relazioni. Siamo spesso portati a relazionarci nello stesso modo, talvolta con la presunzione di sapere cosa vuole l’altro o cosa pensa l’altro. E quando ci troviamo in un conflitto ci aspettiamo che sia l’altra persona a cambiare qualcosa. Ovviamente questo porta in una situazione di stallo, aspettarsi che qualcun altro cambi è una aspettativa spesso disfunzionale. Diventa molto più facile che l’altro cambi qualcosa nel momento in cui siamo noi i primi a modificare degli aspetti.
Non esistono quindi strade più corrette o strade migliori, la giusta direzione è quella di uscire dalla confort zone data dall’abitudine, quella del “perché ho sempre fatto così” o del “perché sono fatto così” e cercare di adattarsi al meglio alla situazione specifica, prestando attenzione all’ambiente e ai suoi cambiamenti. Per fare ciò è fondamentale la flessibilità. Per essere flessibili è necessario riconoscere ciò che è cambiato e riuscire quindi a modificare in modo consapevole la nostra risposta alla situazione.
Gli aspetti di rigidità sono spesso legati al carattere della persona e alla sua storia di vita, ma questo non significa che non possano essere modificati. Per fare ciò può essere d’aiuto iniziare un percorso terapeutico, che permetta di vedere le strade intraprese sotto un altro punto di vista e supporti nel trovare anche il coraggio nel fare dei cambiamenti, che portino a sentirsi meglio.
Dott.ssa Chiara Cruschelli